venerdì 1 febbraio 2013

E si meravigliano?!!

Da: La Stampa.it

La grande fuga dalle università

“In 10 anni scomparso un ateneo”


Dal documento del Cun emerge che dal 2001 al 2009 il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), calcolato in termini reali aggiustati sull’inflazione, è rimasto quasi stabile dal 2001 sino al 2009, per poi scendere del 5% ogni anno, con un calo complessivo che per il 2013 si annuncia prossimo al 20%
 Gli immatricolati sono scesi da 338.482 a poco più di 280.000


Giù anche il numero dei professori
Iscritti, laureati, dottorati, docenti, fondi, tutte `voci´ con il segno meno: l’università italiana è in grande affanno. Lo denuncia il Cun (Consiglio universitario nazionale) in un documento rivolto all’attuale Governo e Parlamento, alle forze politiche impegnate nella competizione elettorale, «ma soprattutto a tutto il Paese». 
Il documento (Dichiarazione per l’università e la ricerca, le emergenze del sistema) sottolinea che dal 2009 il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) è sceso del 5% ogni anno. 

ISCRITTI, COME FOSSE `SCOMPARSO´ UN ATENEO  
In dieci anni gli immatricolati sono scesi da 338.482 (2003-2004) a 280.144 (2011-2012), con un calo di 58.000 studenti (-17%). Come se in un decennio - quantifica il Cun - fosse scomparso un ateneo come la Statale di Milano. Il calo delle immatricolazioni riguarda tutto il territorio e la gran parte degli atenei. AI 19enni, il cui numero è rimasto stabile negli ultimi 5 anni, la laurea interessa sempre meno: le iscrizioni sono calate del 4% in tre anni: dal 51% nel 2007-2008 al 47% nel 2010-2011. 

PER NUMERO LAUREATI LONTANI DA EUROPA  
Quanto a laureati l’Italia è largamente al di sotto della media Ocse: 34mo posto su 36 Paesi. Solo il 19% dei 30-34enni ha una laurea, contro una media europea del 30%. Il 33,6 % degli iscritti, infine, è fuori corso mentre il 17,3% non fa esami. 

BORSE STUDIO, UNA NOTA DOLENTE  
Il numero dei laureati nel nostro Paese è destinato a calare ancora anche perché, negli ultimi 3 anni, il fondo nazionale per finanziare le borse di studio è stato ridotto. Nel 2009 i fondi nazionali coprivano l’84% degli studenti aventi diritto, nel 2011 il 75%. 

CURA DIMAGRANTE PER OFFERTA FORMATIVA  
In sei anni sono stati eliminati 1.195 corsi di laurea. Quest’anno sono scomparsi 84 corsi triennali e 28 corsi specialistici/magistrali. Se questa riduzione è stata inizialmente dovuta ad azioni di razionalizzazione, ora dipende invece in larghissima misura - si fa notare - alla pesante riduzione del personale docente. 

DOTTORATI AL LUMICINO  
Rispetto alla media Ue, in Italia abbiamo 6.000 dottorandi in meno che si iscrivono ai corsi di dottorato. L’attuazione della riforma del dottorato di ricerca prevista dalla riforma Gelmini è ancora al palo e il 50% dei laureati segue i corsi di dottorato senza borsa di studio. 

EMORRAGIA DI PROFESSORI  
In soli sei anni (2006-2012) il numero dei docenti si è ridotto del 22%. Nei prossimi 3 anni si prevede un ulteriore calo. Contro una media Ocse di 15,5 studenti per docente, in Italia la media è di 18,7. Pur considerando il calo di immatricolazioni, il rapporto docenti/studenti è destinato a divaricarsi ancora per una continua emorragia di professori che non vengono più assunti. Il calo è anche dovuto alla forte limitazione imposta ai contratti di insegnamento che ciascun ateneo può stipulare. 

SPESE SUPERANO I FONDI  
Dal 2001 al 2009 il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), calcolato in termini reali aggiustati sull’inflazione, è rimasto quasi stabile, per poi scendere del 5% ogni anno, con un calo complessivo che per il 2013 si annuncia prossimo al 20%. Su queste basi e in assenza di un qualsiasi piano pluriennale di finanziamento moltissime università, a rischio di dissesto - osserva il Cun- non possono programmare né didattica né ricerca. 

A RISCHIO ANCHE I LABORATORI A forte rischio obsolescenza le attrezzature dei laboratori per la decurtazione dei fondi: anche i finanziamenti Prin, cioè i fondi destinati alla ricerca libera di base per le università e il Cnr, subiscono tagli costanti: si è passati da una media di 50 milioni all’anno ai 13 milioni per il 2012. Infatti dai 100 milioni assegnati nel 2008-2009 a progetti biennali si è passati a 170 milioni per il biennio 2010-2011 ma per progetti triennali, per giungere a meno di 40 milioni nel 2012, sempre per progetti triennali.
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Quando alle denunce fatte dalla stampa coraggiosa e dagli addetti ai lavori come studenti, dottorandi, laureati a spasso, ricercatori e professori rimasti al palo per far posto ai raccomandati, non si dà peso, continuando nello sciattume della corruzione, dei pubblici concorsi in cui decidono commissioni non secondo il merito del candidato ma secondo "la segnalazione", è logico che si arrivi alla disaffezione di un percorso di studi faticoso, impegnativo, fatto di rinunce... di spese... per poi non avere il giusto risultato!
Lo hanno capito tutti che in questo  infelice Paese non esiste più la autodeterminazione del proprio destino in base all'impegno e allo studio... anche se si raggiunge l'eccellenza.

La corruzione porta una serie infinita di danni fra cui questo.
Quando migliaia di persone, dopo aver conseguito lauree, dottorati, master di I e di II livello, si vede superato nei concorsi da persone con curriculum inferiori, con capacità manifestamente inferiori, cosa prova secondo i responsabili di questo ignobile sistema?
Possono intere generazioni di giovani, dopo anni di studio in cui hanno rinunciato volentieri alla discoteca e al mare, ritrovarsi privati della libertà di costruire il loro destino? Possono accettare di vedersi rubare l'ennesimo concorso dalla mignotta di turno che va a letto con il potente che la impone alla commissione? Oppure dal figlio deficiente del professore ordinario potente? 
I più coraggiosi cercano la via della giustizia, magari appoggiati dagli esasperati genitori che spendono i loro risparmi per restituire Giustizia ai propri figli, a cui hanno insegnato che l'impegno alla lunga paga... E si ritrovano che, anche quando hanno ragione, al massimo il concorso viene ripetuto con la medesima commissione che hanno denunciato! Una dispendiosa presa per i fondelli!
In questo vuoto etico e legislativo in cui i giovani si vedono scippati del loro avvenire, i loro genitori delle speranze... perché mai dovrebbero andare a dare i loro soldi alle università?
Su quali basi di regole fondano il mondo del lavoro futuro? La conoscenza giusta, la raccomandazione... oppure la vera preparazione culturale, la capacità?
Come stanno le cose lo sappiamo tutti, lo dicono tutti! Dunque perché meravigliarsi che le famiglie rinuncino a fare sacrifici e che i giovani non vogliano più gettare gli anni migliori in fatica intellettuale ed inutili speranze.
Le università, sempre più, si svuoteranno di professori qualificati, visti i criteri di selezione, ci saranno sempre meno studenti, e si pagheranno stipendi inutili ad apparati svuotati del loro alto significato da un sistema falso, che non tiene conto del merito.
L'articolo torna poi sul numero dei laureati, inferiore rispetto al resto d'Europa.  
Ma se non trovano lavoro nemmeno quelli che ci sono, cosa potrebbero fare se non i disoccupati se fossero di più?
Il Dottorato di Ricerca poi! Scusate se vado sul personale: ma uno dei miei figli ne ha vinti due, uno alla Sapienza (non La Sapienza, pochi lo sanno ma il Rettore Giorgio Tecce fece uscire in Gazzetta Ufficiale che si chiama "Sapienza", senza l'articolo) ed uno a Tor Vergata. Ha rinunciato ad entrambi perché non intendeva intraprendere una frustrante carriera universitaria e il dottorato serve solo a questo! Un'altra figlia, nonostante il titolo conseguito di Dottorato di Ricerca, ad un concorso per Ricercatore a tempo determinato si è vista sorpassare da un protetto del professore che era in Commissione il quale il Dottorato lo doveva ancora conseguire, ed era ben lungi dal giungere a quella meta! In un concorso per la Scuola, poi, le hanno tolto anche il punteggio che, secondo le tabelle stilate dallo stesso Ministero della Pubblica (D)Istruzione, doveva essere assegnato al suo Dottorato. Dopo un ricorso ignorato dalla Sovrintendenza Scolastica Regionale siamo ricorsi al TAR che, dopo più di un anno, ci ha dato ragione!
Può un Ministero stabilire delle tabelle con precisi punteggi e poi non darli? Errore? Si può sbagliare, ma perseverare è diabolico da parte di una  Sovrintendenza Scolastica Regionale che costringe, così, il TAR a lavorare inutilmente di più.
In Italia è tutto così per chi pensa che esistano delle regole che, invece, scopre che non vengono rispettate.

Allora la laurea, il dottorato, la specializzazione, diventano solo pezzi di carta senza contenuti, perché il sistema stesso distrugge tutto.
Poi i politici dicono che non c'è Innovazione! E chi la fa secondo loro se inzeppano le università e gli istituti di ricerca di raccomandati?


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