giovedì 1 novembre 2012

Giano bifronte


L'articolo che riporto qui sotto non è tratto da "Il Giornale.it" ma da un quotidiano che si chiama "La Stampa":

Per la prima volta l’Idv “processa” Di Pietro per 8 ore

Summit con urla belluine sulla gestione dell’ex pm Donadi: congresso subito. Ma il leader resiste
articolo di: fabio martini
roma
Nello stesso edificio, esattamente nelle stesse stanze che videro Mario Tanassi, Franco Nicolazzi e Pietro Longo accompagnare verso la fine dei suoi giorni il Psdi (tra i più piccoli e disinvolti partiti della Prima Repubblica), si è svolta ieri pomeriggio la più drammatica riunione nella storia dell’Italia dei Valori. Al primo piano di Santa Maria in Via, numero 12, nel corso di un summit dell’Ufficio di Presidenza durato otto ore, più che le singole scelte di Antonio Di Pietro, per la prima volta è stato criticato proprio lui, il Capo.  

Certo, attorno ad un tavolo erano seduti tutti personaggi che devono tutto, o quasi, a Di Pietro ma è bastato che Massimo Donadi, presidente dei deputati, chiedesse la convocazione a breve di un congresso straordinario - sinonimo di critica indiretta al leader - perché si accendesse una rissa verbale, condita da urla belluine. Con voce tonitruante Tonino ha ottenuto che si facesse quadrato attorno a lui; che il «processo» si spostasse verso l’ascetico Donadi; che l’eventuale congresso non si tenga subito ma dopo le elezioni.  

Il summit si concluderà oggi con l’approvazione di un documento nel quale sarà annunciato un congresso per la primavera del 2013, di fatto un posticipo, visto che per statuto le assisi dell’Idv dovrebbero tenersi entro il febbraio del 2013. 

Ma al di là della dinamica ristretta del gruppo dirigente, stavolta la crisi che sta investendo l’Idv è molto più insidiosa: tracima sui siti, sui giornali amici e soprattutto per la prima volta chiama in causa la credibilità di Tonino. Stavolta all’ordine del giorno non c’è l’ennesimo caso di trasformismo, diventato negli anni una autentica specialità della casa. E neppure l’ingigantirsi del caso-Maruccio, l’ex capogruppo alla Regione Lazio, il «cocco» che Tonino ha imposto come assessore, che da settimane è indagato non soltanto per la presunta gestione privatistica dei fondi regionali, ma anche su un presunto accordo elettorale con elementi della ’ndrangheta. Persino la grave batosta in Sicilia, da sola, non sarebbe bastata ad accendere la miccia interna.  
Nelle menti e negli occhi di tutto il gruppo dirigente dell’Idv sono rimaste scolpite le immagini e le notizie trasmesse domenica da Report, su RaiTre. In un servizio molto accurato, preparato nel corso di più di un mese, sono emerse almeno tre vicende inattese, soprattutto per chi, come Di Pietro, si è fatto sempre paladino delle regole e della responsabilità politica ancor prima di quella penale.  

La prima storia riguarda, la gestione dei rimborsi pubblici indirizzati all’Idv. Tra il 2000 e il 2007 decine di milioni di euro non sono stati trasmessi direttamente al partito, ma - caso unico - ad una Associazione parallela composta da tre sole persone, Tonino, sua moglie e Silvana Mura. Interrogato a bruciapelo sul perché la moglie fosse sua socia nell’Associazione che controllava la cassa, Di Pietro ha risposto testualmente: «Ma guardi che mia moglie... non è, non è... mia moglie. E’ una signora che c’ha una sua testa, è... una sua politica e una sua esistenza», come se il problema fosse l’intelligenza della signora. Quanto alla moglie di Tonino, alla giornalista di Report che ha cercato di intervistarla, le telecamere hanno immortalato la «fuga» e il rifiuto di rispondere.  
La seconda vicenda attiene invece ai soldi donati nel 1995 dalla signora Borletti a Romano Prodi e a Tonino Di Pietro per il progetto dell’Ulivo. Alla giornalista di Report Sabrina Giannini che gli chiedeva come abbia utilizzato il miliardo di lire ricevuto, il leader dell’Idv ha risposto: «La parte che mi ha dato in donazione, l’ho usata... personale. Me l’ha data a livello personale». Subito dopo la risposta del Professore: «Non ho mai pensato che li avesse dati a me, per la mia bella faccia», ma semmai al Movimento dell’Ulivo.  

La terza questione riguarda il patrimonio immobiliare della famiglia Di Pietro che, secondo Report sarebbe aumentato a partire dal 2000. Ieri, a 48 ore dalla messa in onda del servizio di «Report», Di Pietro ha convocato l’Ufficio di presidenza, organismo ristrettissimo. A sorpresa, non si è presentato Leoluca Orlando, il sindaco di Palermo. Il ruolo di «pm» è toccato a Massimo Donadi, che da mesi richiama il pericolo di isolamento per l’Idv di una linea politica oltranzista. Isolato da mesi, il presidente dei deputati si è ritrovato isolato anche ieri. Ma da Napoli il sindaco Luigi De Magistris attacca Tonino: «Mi dispiace molto ma serve un cambiamento».

Non è dunque il giornale berlusconiano a riportare la notizia ma il quotidiano diretto dal figlio del Commissario Calabresi. 
D'altra parte l'ho scelto perché scrive semplicemente la VERITA' senza partigianerie, come, senza partigianerie, io ho riportato la mia esperienza dentro questo partito, IdV, che, come molti, avevo immaginato diverso.
A differenza di questo onestissimo articolo, sulla prima rete RAI stamane è stato intervistato Nello Formisano, senatore di IdV, il quale, a precisa domanda se c'era stata una discussione nella riunione della Dirigenza del partito, ha detto più o meno testualmente che "non c'è stata nessuna accesa discussione, noi non discutiamo mai se non pacatamente"
A me è venuto da ridere ed ho trovato conferma a quanto scrivevano tanti iscritti e simpatizzanti di IdV nel vecchio blog di IdV e, soprattutto, in quello di Antonio Di Pietro su Nello Formisano, che io non sapevo neppure chi fosse, operando egli in Campania, ma mi colpì quello che scrivevano apertamente su di lui quelli che lo conoscevano da vicino: cose pessime. Ma Di Pietro sordo alle critiche della base, che egli non considera affatto ma blandisce ipocritamente, se lo è tenuto lo stesso.
Ebbene mi è venuto da ridere perché, come ho pubblicato su questo blog, ho avuto testimonianza diretta della riunione che si tenne quando Sonia Alfano e De Magistris sollevarono per la prima volta la questione morale del partito: mi riferì una persona che lo scazzo era stato impressionante.
Nello Formisano ha, con serena faccia tosta, detto il contrario della realtà. 
Come allora lo scazzo c'è stato pure questa volta e con urla belluine.
Conosco la sede di Santa Maria in Via, come conobbi le due sedi di Via del Corso, la prima verso Piazza Venezia e la seconda più o meno a metà della stessa Via. 
Lì ho assistito ad una delle prime rivelazioni di cos'è questo partito e lo scrissi sul blog di Di Pietro. C'era una riunione delle Coordinatrici donne per regione con la sempre elegantissima tesoriera Silvana Mura: si doveva parlare di soldi e tre tesserate, fra cui la sottoscritta, fummo allontanate dalla riunione che, quale sorpresa, fu tenuta a porte chiuse! Restammo male tutte e tre perché contraddiceva la  pretesa trasparenza.  
I soldi sono sempre stati un nervo scoperto in Italia dei Valori.
Dapprima vedevo la cosa positivamente: "Il Presidente non si fida e vuole controllare per evitare abusi che possano screditare il partito."Pensavo. 
Ma poi si è visto che non è così: il caso Maruccio ne è sintomo.
Come mi fa notare una persona che, come me, se ne è andata delusa dal partito, "non c'erano soldi neppure per stampare una pubblicazione fatta dal coordinamento donne sulla violenza contro le donne"; si era pensato addirittura di fare una colletta, poi il buon senatore Stefano Pedica trovò la somma per la pubblicazione... E che dire delle sedi che vengono aperte da singoli con i propri soldi, forse speranzosi di fare un buon investimento...
Poi vengono fuori milioni e milioni di euro che il partito ha nei suoi conti correnti...
Poi viene fuori che Di Pietro raccoglie firme contro i benefit della Casta (?), o per eliminare il finanziamento pubblico ai partiti, che in tutti questi anni lui ha incassato senza fiatare, immemore che il referendum c'è stato e ha detto NO! 
Per terminare, con il sorriso sulle labbra ormai, ieri ho colto un breve filmato di un TG con De Magistris scuro in volto che diceva: "Bisogna affrontare la questione morale. Di Pietro è una persona intelligente e capirà."
Temo che non cambierà nulla perché troppa gente ha verificato che Antonio Di Pietro ha una parte di sé che contraddice totalmente quello che dice e propugna a parole.
Quando una persona che l'ha appoggiato come Flores D'Arcais dice in modo chiaro quello che in tanti, ciascuno con la nostra piccola esperienza, vedevamo chiedendoci "Ma perché sceglie di fare così?", vuol dire che è un demone che ha dentro e che gli fa imbarcare persone che gli portano voti ma che, sul lungo periodo, gliene fanno perdere almeno altrettanti, se non di più,  da parte delle persone più disinteressate e più idealiste disgustate da ciò che vedono.  

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Silvia O. ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Giano bifronte":

Coloro che si ostinano a parteggiare sempre e comunque per Di Pietro dovrebbero leggere Le tue riflessioni e il racconto della tua esperienza all’interno del partito.
Sono gli stessi che hanno sempre lodato la Gabanelli per la serietà, l’impegno, la professionalità e la cura meticolosa dell’informazione attraverso servizi molto accurati e dettagliati.
Da domenica scorsa, la Gabanelli è stata “declassata” sempre dagli stessi ed è stata definita “serva” per aver toccato Antonio di Pietro.
I fans di Di Pietro che lo difendono a prescindere mi lasciano totalmente indifferente.
Mi sconcertano le notizie del giorno dopo. Travaglio , con il suo editoriale, in pratica, assume il ruolo di “avvocato difensore”.
Oggi ho letto che Di Pietro si considera finito…. appoggerà Grillo! Poi leggo su “La Repubblica” che Grillo ha dedicato un post a Di Pietro. Lo leggo e vedo che anche lui minimizza le ultime vicende e alla fine auspica che Di Pietro sia il prossimo Presidente della Repubblica.
Si, sono molto sconcertata, sento un odore fortissimo di “inciucio”. Troppe stranezze in pochi giorni.




Postato da Silvia O. in Rita Coltellese *** Scrivere alle 01 novembre 2012 15:01

Rita Coltellese ha detto...

Rita Coltellese ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Giano bifronte":

I manipolatori delle opinioni di chi si fa manipolare ci sono sempre. La parola va a chi ha diritto al voto: continuare ad astenersi come hanno fatto in Sicilia o votare, ma per chi? E, soprattutto, si voterà di nuovo con il "Porcellum", una ragione di più per non farlo. I manipolatori a cui questa astensione ha dato fastidio, coloro che non vogliono riconoscere che i partiti hanno fatto schifo e che l'antipolitica, come la chiamano loro, non esiste, ma esiste, appunto, lo schifo per il loro comportamento, danno le più fantasiose interpretazioni dell'astensione, per non riconoscerne il messaggio. Così fanno Travaglio e Grillo. Travaglio sperava di assomigliare al suo maestro: Indro Montanelli, ma purtroppo non gli somiglia né nel bene né nel male... Grillo, l'ho scritto quello che penso di lui. Credo, però, che chi gli va dietro sia gente pulita... giovani che sperano nel meglio e auguro loro di costruire "il meglio" senza Grillo che può essere servito solo da catalizzatore. La ragione del perché lui non si candida in prima persona l'ha ricordato in modo velenoso Rutelli durante la sua "ospitata" ad Agorà: perché ha una condanna per omicidio colposo.



Postato da Rita Coltellese in Rita Coltellese *** Scrivere alle 01 novembre 2012 17:50

Anonimo ha detto...

Silvia O. ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Giano bifronte":

Io non voterò più. Di questo ne sono più che certa ma la mia astensione non servirà a nulla. Come non servirà a nulla se l’astensione arrivasse al 70/80%. Governa o meglio sgoverna chi vince anche se con pochissimi voti.
Penso che ,oggi come oggi, il diritto al voto sia il diritto più inutile in assoluto. Credo che sarebbe più efficace se la massa degli astensionisti si riversasse nelle piazze in modo pacifico per manifestare la propria rabbia e il proprio disgusto verso una classe politica che non li rappresenta. Occorre scuotere i palazzi con manifestazioni che partano dal basso, in massa , giovani ed anziani insieme per combattere questo odioso e perfido politicantismo, carrierismo, subalternità al potere economico.
Riporto una piccola parte dell’articolo scritto dall’economista Luigi Pandolfi. Un’analisi lucida e profonda che merita di essere letta fino in fondo.
La politica è finita e la democrazia è una finzione
http://www.economiaepolitica.it/index.php/nuovi-assetti-del-capitale/la-politica-e-finita-e-la-democrazia-e-una-finzione/

“Ogni giorno siamo inondati da notizie sull’andamento delle borse, sul rendimento dei titoli di Stato. Parole come spread, default, listini, indici, sono entrati ormai nel linguaggio corrente delle persone. Cosa c’è dietro quei numeri, chi ne determina l’andamento, nessuno però lo sa. Tutti sanno però cosa significano le misure che vengono adottate dai governi nazionali per stare dietro alle fluttuazioni dei listini della borsa e dei tassi d’interesse sul debito, perché toccano la carne viva della loro esistenza, incidono sulle loro aspettative e sul proprio futuro.
In base a questo meccanismo, mentre la speculazione finanziaria rimane anonima, impersonale, le manovre di risanamento colpiscono uomini e donne in carne ed ossa, con nome e cognome”





Postato da Silvia O. in Rita Coltellese *** Scrivere alle 01 novembre 2012 20:20

Rita Coltellese ha detto...

Rita Coltellese ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Giano bifronte":

Non sono sicura che governare rappresentando una piccola parte di votanti sia una cosa ottima, da prendere alla leggera. E' un segnale di cui chi sarà al potere non potrà non tenere conto, perché sarà un potere debole, sia all'interno della nazione sia davanti all'Europa e non solo.



Postato da Rita Coltellese in Rita Coltellese *** Scrivere alle 01 novembre 2012 21:45

Anonimo ha detto...

Silvia O. ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Giano bifronte":

L’astensionismo è un segnale di sfiducia nella politica. E’ un segnale “contagioso” di protesta per le misure adottate dai governi nazionali europei che privano i cittadini di certezze , garanzie e servizi, imponendo sacrifici infiniti alla plebaglia , lasciando inalterati privilegi costosi ed insensati alle varie caste. L’astensione aumenta dappertutto , mica solo in Italia! All’elite europea non muove un baffo…
Quando un governante non svolge i compiti assegnati, in un attimo trovano il sostituto di fiducia, il referente tecnico che svolge diligentemente i compiti a casa.
Per quanto riguarda la Sicilia, c’è stata un’astensione altissima. Sull’Espresso c’è un articolo il cui titolo è: Sicilia, la mafia si è astenuta.
Non so più cosa dire e cosa pensare…non vedo alcuna luce e nessuna via di uscita da questo schifo!




Postato da Silvia O. in Rita Coltellese *** Scrivere alle 02 novembre 2012 00:18

Anonimo ha detto...

Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Giano bifronte":

Ho appena sentito che Gabriele Cimadoro è indagato a Bergamo per concorso in abuso d'ufficio....Se Di Pietro avesse ascoltato chi voleva bene davvero a IdV oggi sarebbe di nuovo il Presidente del Consiglio in pectore, come ai tempi gloriosi di Mani Pulite.
Purtroppo è andata diversamente e oggi si deve assistere alla demonizzazione di Gabanelli, una delle poche voci libere in TV.




Postato da Anonimo in Rita Coltellese *** Scrivere alle 04 novembre 2012 17:56

Rita Coltellese ha detto...

Rita Coltellese ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Giano bifronte":

Infatti. Il problema non è il servizio di Report, personalmente penso che le case che ha Di Pietro le ha comperate con i suoi guadagni; il problema è che fin dall'inizio una cosa diceva ed un'altra ne faceva. Non si può parlare di trasparenza e poi giustificare il fatto che non ha mai guardato tanto per il sottile ed ha imbarcato figuri di ogni specie, con la frase: "Noi abbiamo bisogno di voti." Poteva averne tanti di voti ascoltando le persone perbene. Ha preferito pescare altrove. Questo è il suo enorme errore che anche Sonia Alfano e De Magistris avevano provato a segnalargli sperando che cambiasse. Ma non ci sono riusciti neppure loro.



Postato da Rita Coltellese in Rita Coltellese *** Scrivere alle 05 novembre 2012 00:04