domenica 11 novembre 2012

Ancora Amletici dubbi... ed esasperazione

Da: AGORA VOX

Report e la ricongiunzione contributi che sa di furbata


Tra le iniziative per non abolire i privilegi della casta e non far tracollare definitivamente l'INPS lo scorso governo si è inventato una norma per rendere "onerosa" la ricongiunzione contributi.
Pare che onerosa, secondo il dizionario in uso al parlamento, significhi impossibile.
Dal 1979 c'è la possibilità di ricongiungere in un unico fondo i contributi versati a diverse casse previdenziali. I contributi possono essere riferibili all’assicurazione generale obbligatoria, ad altre forme alternative o alle gestioni speciali per i lavoratori autonomi gestite dall’Inps (ex articolo 2 della legge 29 del 1979).
Di fatto questa legge è stata sostanzialmente modificata dal 1 luglio 2010 trasformando l’operazione a pagamento. Con l’entrata in vigore della legge n. 122/2010, per domande presentate a decorrere dal 31 luglio 2010, l’onere calcolato risulta mediamente incrementato a seguito dell’applicazione dei coefficienti rilevati dalle tabelle di cui al D.M. 31/08/2007.
La trasmissione di Rai 3 metteva in evidenza che alcuni lavoratori si erano visti richiedere dall'INPS fino a 300 mila euro per la ricongiunzione contributi.
Facendo 2 calcoli scopriamo che, nei 17 anni di vita residua media (82 anni-65 = 17X12 = 204 mesi) il lavoratore in oggetto dovrebbe percepire una maggiorazione di 1470 euro al mese oltre la normale pensione per rientrare del solo capitale esborsato senza contare gli interessi.
Una cosa ridicola e che sa di pizzo così come commentato da uno dei lavoratori in trasmissione.
La Fornero ha difeso a spada tratta il provvedimento ricordando che se si "vogliono privilegi di debbono pagare" dimenticando, forse per comodità, che quei lavoratori avevano già pagato quei contributi, volutamente scippati.
I parlamentari della maggioranza presenti al parlamento quando si è votata la norma, intervistati, hanno detto che  secondo loro la norma era iniqua ma l'hanno votata lo stesso.
La Lega, per bocca di Massimiliano Frederiga, dice di aver segnalato al ministro Sacconi l'anomalia ma di aver comunque votato per la fiducia al provvedimento, "pur giudicandolo iniquo".
Un onorevole del PDL, Cazzola, dice: "Hanno votato il provvedimento" quando l'intervistatore lo corregge "come 'Hanno votato'? L'avete votato tutti no?", il deputato, visibilmente in difficoltà, si corregge.
Il programma metteva in evidenza anche il fatto che un giovane che apra la partita iva deve pagare il 28%del proprio reddito all'INPS; calcolato su 11000 euro di reddito paga circa 4000 euro l'anno, per prendere una pensione, dopo 40 anni di contributi pari alla pensione sociale, pari a 500 euro o poco più.
Sempre facendo due conti scopriamo che 4mila euro per 40 anni fanno 160 mila euro che diviso la vita residuale dell'individuo fa 784 euro/mese, che l'INPS, stando le cose cosi come sono oggi, non potrà mai restituire.
Questo senza calcolare interessi, calcolando gli interessi più bassi del mercato su somme prestate, il valore di 160 mila ero va a sommarsi ad almeno 100 mila euro di interessi.
Abbiamo parlamentari, come Dini, che arrivano a 40 mila euro mensili di pensione, un divario immenso rispetto a coloro che prendono 1/80 di questa cifra, e come se non bastasse i privilegi dei parlamentari, sono stati blindati, anzi se li sono blindati da soli.
Altra nota dolente sono i contributi ENASARCO, chi non ha versato almeno 20 anni li ha irrimediabilmente persi.
Insomma, l'Italia dei furbetti non è solo quella che evade le tasse ma è anche quella che si inventa, senza tanti giri di parole, come rubare, oltre al futuro, anche i contributi versati, tutto in nome di una salvezza nazionale sempre più ardua da raggiungere, i cui guasti sono stati determinati dalla stessa classe politica che vorrebbe risolvere il danno procurato.


?!?!?!?!?!?!

E' disperante leggere queste notizie! Ma come si può tollerare questo massacro del DIRITTO operato a colpi di provvedimenti e leggi incostituzionali?
Uno Stato che smentisce se stesso che Stato è? Uno Stato che non mantiene i patti con i cittadini, che viola la Carta Costituzionale, che Stato è?
Ma come possono senza vergogna parlare di "antipolitica"?
I politici pretendono che la gente accetti queste scelte politiche quando "loro" hanno leggi fatte ad hoc per le loro pensioni che non esigono che pochi anni di contribuzione... e possono cumularne anche più di due, mentre a noi non è concesso... 
Come possiamo continuare a sopportare tutto questo?
Ora sembra che abbiano trovato i soldi per i cosiddetti esodati... E quelli che hanno chiesto il ricongiungimento dei contributi? Debbono rinunciarci... oppure tentare in massa di rivolgersi alla Corte Europea di Strasburgo... per violazione dei diritti fondamentali...
Può uno Stato imporre la contribuzione e poi non restituire?
E' come pagare il pizzo, come ha giustamente scritto qualcuno. 
Il cittadino è stato a poco a poco trasformato in un soggetto privo di diritti a cui si impongono solo tasse e balzelli, come quando c'erano i signorotti, i prepotenti...
Non sono parole: sono fatti! Non sono similitudini peregrine: è realtà tangibile!
Chi scrive è felicemente pensionata, non scrive dunque per sé, ma non possiamo vivere solo per i nostri privati interessi in modo gretto e meschino... Spero che la gente esca dal proprio isolamento, dalla propria vigliaccheria e "senta" che i problemi degli altri sono anche i suoi problemi, altrimenti scivoliamo verso l'abbrutimento sociale.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Ancora Amletici dubbi... ed esasperazione":

Dal link del Corriere.it fornito da Silvia O. nel commento sotto il post "Amletici dubbi":

Lo Stato evadeva i contributi
L'istituto di previdenza dei dipendenti pubblici ha infatti portato in dote, si fa per dire, un disavanzo patrimoniale quantificato al primo gennaio 2012 in 10 miliardi e 269 milioni. Perché? Due le cause, si legge nella nota di assestamento. 1) La riduzione dei dipendenti pubblici nel corso degli anni, che ha ridotto le entrate mentre le spese per pensioni continuavano ad aumentare. 2) Il fatto che, fino al 1995, le amministrazioni centrali dello Stato non versavano i contributi alla Ctps, la Cassa dei trattamenti pensionistici dei dipendenti dello Stato, che era una delle 10 casse fuse nell'Inpdap nel 1996 proprio perché le normative europee richiedevano la creazione di un istituto con un bilancio trasparente. Ma anche dopo il '96, spiega la nota, le amministrazioni dello Stato hanno versato «solo la quota della contribuzione a carico del lavoratore (8,75%, ndr ) e non la quota a loro carico» pari al 24,2%.




Postato da Anonimo in Rita Coltellese *** Scrivere alle 12 novembre 2012 12:23