giovedì 9 febbraio 2012

I Professori ci danno lezioni

Il popolo italiano ha tanti difetti ma anche tante qualità e una di queste è la pazienza nel sopportare di tutto da chi ci governa.
La nausea data dal fetore che emana da una classe politica profittatrice e bugiarda ha fatto sì che gli italiani, spaventati dallo "spread" (molti non sanno neppure cosa sia) e dalle minacce di fallimento tipo Grecia, accettassero (chi più chi meno) il Prof. Monti ed il suo Governo sperando nella salvezza.
Passato il primo periodo ed accettati tutti i sacrifici però gli italiani hanno cominciato a vedere che, se a loro veniva chiesto di mangiare poco pane, i politici che tanto ci costano storcevano il naso per rinunciare a qualche "brioches"!
I telegiornali RAI sono quasi muti sull'entità di queste presunte rinunce che sembra si riducano a poco o niente.
Gli italiani si sentono presi come al solito per il culo. Mi scuso per il linguaggio scurrile, ma proprio non se ne può più!!
E mentre tutto procede "more solito" il popolo si sente fare pistolotti dalle varie Fornero e Cancellieri.
Riporto qui sotto materiale che non è farina del mio sacco ma informazioni e considerazioni che mi vengono da quello che io chiamo "il mio Agente all'Avana": 


la frase del giorno:
“I giovani si abituino a non avere più il posto fisso. Che monotonia. È bello cambiare ed accettare le sfide”.
Appena l’ho sentita l’ho associata a due frasi storiche di Padoa Schioppa: la prima “è bello pagare le tasse” e la seconda quando aveva  definito i giovani , costretti per motivi finanziari a convivere con i genitori, “bamboccioni”. Questi “illuminati” , con le loro uscite infelici, dimostrano di  essere lontani milioni di anni luce dalla realtà di chi vive un quotidiano di incertezze e precarietà.

La figlia del ministro del Lavoro Elsa Fornero, di posti ne ha ben due. Silvia Deaglio è ricercatrice in genetica medica, professore associato alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino, proprio lo stesso ateneo in cui insegnano, alla facoltà di Economia, il padre Mario e la madre neoministro. Il secondo impiego, invece, è quello di responsabile unità di ricerca, ruolo assegnatole dalla HuGeF, fondazione che ha come mission la ricerca di eccellenza e la formazione avanzata nel campo della genetica, genomica e proteomica umana". La HuGeF è un’istituzione creata e finanziata dalla Compagnia di San Paolo, lo stesso ente del quale il ministro Fornero è stato vicepresidente dal 2008 al 2010.

Commento mio: la realtà universitaria italiana, l'ho scritto anche nel mio libro "Il Romanzo dell'Università", è nota anche a chi non è addetto ai lavori: ci sono innumerevoli articoli di giornale sull'argomento con nomi e cognomi dei figli di professori che "ereditano" la carriera universitaria dei genitori. Tutti più bravi di chi ha magari il padre calzolaio e concorre per lo stesso posto? Non prendiamoci per i fondelli per piacere. Le fondazioni, poi, come altre istituzioni, danno i finanziamenti per la ricerca solo se si ha una rete di conoscenze nel campo universitario e del mondo della ricerca. Ho un'esperienza vissuta con i miei occhi dall'età di 20 anni e ne ho 65. Nulla è cambiato da allora, anzi, forse è peggiorato. Perché qualche decennio fa ancora qualche "figlio di nessuno" poteva sperare di farsi strada con le proprie capacità.


Il posto fisso è una noia. La Cancellieri è una vita che fa il Prefetto ed ora è a capo di tutti i prefetti. Chissà come si annoia! Però si è comprata 14 case con gli emolumenti di questo lavoro noioso. Monti ne ha una ventina...
La noia del lavoro fisso , a certi livelli, rende in termini economici.

Commento mio: l'intelligenza reagisce all'impudenza con l'ironia, unica strada per non ricorrere alla violenza che certe espressioni impudenti suscitano.

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Sempre dal mio Agente all'Avana:

 I figli dei ministri? Tutti geni (con posto fisso e vicino a mammà) – Nomi, foto, storie
Sarà forse una questione genetica ma i figli di questi ministri incartapecoriti, che da una settimana somministrano al Paese dosi mai viste di delirio senile, sono tutti ma proprio tutti dei grandi fenomeni della natura, una sfida alle leggi della statistica. Oh nemmeno uno “sfigato” ma tutti autentici geni con uno o più posti fissi e con compensi che i comuni mortali possono solo sognare. O forse no. Forse sono solo i figli di una classe dirigente che predica bene e razzola malissimo. Forse sono soltanto la punta dell’iceberg di un sistema malato, fondato sul nepotismo e sulla clientela e ostile al merito. E tuttavia, le sparate di Monti, Fornero e Cancellieri, ci offrono una grande opportunità, ossia quella di aprire nel Paese una grande discussione sul tema della mobilità sociale. Dobbiamo interrogarci su come sia possibile offrire a tutti (al figlio di Monti come a quello dell’operaio) le stesse condizioni di partenza e le stesse opportunità così come recita l’articolo 3 della Costituzione che qui ricordiamo: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Commento mio: questo articolo della Costituzione non solo viene disatteso da tempo, ma si applica il contrario, creando ostacoli, tipo commissioni concorsuali proclivi alla segnalazione, con scambio di favori fra membri della Classe Dirigente, insormontabili per chi ha solo la propria preparazione culturale e le proprie capacità intellettuali e morali.

Ecco a voi i ritratti di questi fenomeni della natura e, come si suol dire, una coincidenza è una coincidenza due coincidenze sono un indizio tre coincidenze sono una prova:

GIOVANNI MONTI (figlio di Mario)
39 anni. A poco più di 20 anni è già associato per gli investimenti bancari per la Goldman Sachs, la più potente banca d’affari americana, la stessa in cui il padre Mario ricopre il ruolo apicale di International Advisor. A 25 anni è già consulente di direzione da Bain & company, dove rimane fino al 2001. Dal 2004 al 2009, vale a dire fino al suo approdo alla Parmalat, Giovanni Monti ha lavorato prima a Citigroup e poi a Morgan & Stanley: a Citigroup è stato responsabile di acquisizioni e disinvestimenti per alcune divisioni del gruppo, mentre alla Morgan si è occupato in particolare di transazioni economico-finanziarie sui mercati di Europa, Medio Oriente e Africa, alle dipendenze dirette degli uffici centrali di New York.

SILVIA DEAGLIO (figlia di Elsa Fornero)
37 anni. A soli 24 anni, mentre già svolgeva un dottorato in Italia, ottiene un incarico presso il prestigioso Beth Israel Deaconess Medical Center di Harvard, il prestigioso college di Boston. La figlia del ministro inizia ad insegnare medicina a soli 30 anni. Diventa associata all’università di Torino a 37 anni con sei anni di anticipo rispetto alla media di accesso in questo ruolo. Il concorso lo vince a Chieti, nel 2010, nella facoltà di Psicologia, prima di essere chiamata a Torino, l’università dove insegnano mamma e papà, nell’ottobre 2011. alla professoressa Deaglio ha certamente giovato nella valutazione comparativa il ruolo di capo unità di ricerca all’Hugef, ottenuto nel settembre 2010 quando era ancora al gradino più basso della carriera accademica, e a ridosso dell’ultima riunione della commissione di esame che l’ha nominata docente di seconda fascia. Come detto, l’Hugef è finanziato dalla Compagnia di San Paolo, all’epoca vicepresieduta da mamma Elsa Fornero.

PIERGIORGIO PELUSO (figlio di Annamaria Cancellieri)
Appena laureato viene catapultato subito all’Arthur Andersen. Un fenomeno della natura. Da lì balza a Mediobanca. Passa poi per diversi enti e dirigenze bancarie tra cui Aeroporti di Roma (consigliere d’amministrazione), Gemina (consigliere) Capitalia, Credit Suisse First Boston e Unicredit per finire, poco tempo fa, alla Fondiaria Sai dove ricopre il ruolo di direttore generale con compenso da 500mila euro all’anno.


MICHEL MARTONE (figlio di Antonio)
Figlio di Antonio Martone, avvocato generale in Cassazione, amico di Previti e Dell’Utri e Brunetta, già nominato da Brunetta presidente dell’authority degli scioperi, ruolo da cui si è dimesso dopo essere stato coinvolto come testimone nell’inchiesta P3. Il superaccomandato Michel Martone ha una carriera universitaria molto rapida: a 23 anni ha un dottorato all’università di Modena. A 26 anni diventa ricercatore di ruolo all’università di Teramo. A 27 anni diventa professore associato. Al concorso, tenutosi tra gennaio e luglio 2003, giunse al secondo posto su due candidati, in seguito al ritiro di altri 6. Presentò due monografie, una delle quali in edizione provvisoria (ossia non ammissibile); ottenne 4 voti positivi su 5, con il parere negativo di Franco Liso, contro i cinque voti positivi ricevuti dall’altra candidata, 52enne con due lauree e 40 pubblicazioni. Tuttavia fu Martone ad ottenere il posto da ordinario. A 37 anni diventa viceministro del governo Monti.
MassimoMalerba

Fonti: Wikipedia, Linkedin, governo.it, gemina.it, Gazzetta di Parma, eco di Torino

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Dunque niente di nuovo sotto il sole. Niente che io non abbia visto con i miei occhi e vissuto.
Perché dunque questi signori hanno il coraggio di parlare come parlano? Sono così folli da non aver presente di essersi mossi in un mondo di privilegi in cui le conoscenze e le posizioni hanno avuto il loro peso per i loro figli? Non ricordano come si sono mossi? O sono come i camorristi, mafiosi, ndranghetosi, sacra corona affiliati, che tutti sanno chi sono ma non si possono incarcerare senza prove precise e circostanziate?
Dobbiamo mostrare le foto, i filmati, le intercettazioni telefoniche per dimostrare come elegantemente si sono mossi per garantire ai loro figli il meglio?

Nulla di nuovo sotto il sole: i Professori sono come tutti gli altri.

Hanno ragione solo su una cosa: è vero, ci sono italiani che, pur non essendo privilegiati, si sono serviti del privilegio altrui. Sono i loro autisti, impiegati, cameriere, che hanno chiesto la raccomandazione per i loro figlioletti... Per avere il posto sicuro e vicino a mammà. E con il loro sleccamento ed i loro servili modi l'hanno ottenuto.
L'ho già scritto e basta andare a verificare nei vari ministeri, atenei, istituti pubblici: sono pieni di interi nuclei familiari. I concorsi non si passano con il DNA, dunque è evidente che la strada è quella della segnalazione a danno di chi, magari più bravo, non ha nessuno all'interno di quella istituzione pubblica.
I Professori dessero un segnale di cambiamento rendendo il posto pubblico uguale a quello privato e si sarà fatto un passo importante nell'uguaglianza sociale nel campo del Lavoro.  

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