martedì 29 novembre 2011

Lucio Magri

DA:


Intervista di Cesare Lanza su “Sette” a Marta Marzotto -  Data: 2 -8-01     
 ......omissis....... 
Lanza: "Arriviamo a Magri. Da un amore a due, da due a tre. Contemporaneamente."
Marta Marzotto: “Come ti ho detto, tutti sapevano tutto. Renato mi scrisse una lunghissima poesiola, che cominciava con: “Ave Martina, madre di Dia…” e finiva con “ma liberaci dal Magri e così sia."          
Lanza: "Com’era?"
Marta: “ Un formidabile rivoluzionario da salotto, Magri. Guai se per il gigot d’agneau non c’erano il purè di mele e la salsa di menta: non ci si poteva sedere a tavola. O se i chicchi di caviale non erano g-g-g… grossi grani grigi.
       Lanza: "Sento il perfido profumo del sarcasmo."                                                                        Marta: "Fu di un’abilità diabolica, nell’accendermi. Chissà, psicologicamente, la castellana voleva prevalere sulla Castellina. Penso che lui sia stato fedele soltanto a Luciana. Per il resto, si sentiva in dovere di andare a letto con chiunque.”
Lanza:  "Com’era?"
     Marta: “Bello, intelligentissimo e infelice. Forse perché ce l’aveva con il mondo: rimproverava al mondo intero il suo sogno di essere a fianco di Che Guevara. Impossibile fargli capire, per quanto mi riguarda, che non era colpa mia."
Lanza: "Durò molto anche questa terza storia."
Marta: “Dieci anni. Dormivamo abbracciati, quasi senza respirare. Voleva un figlio da me. Ma non potevo accontentarlo.. Lui in fondo amava solo se stesso, il resto era tutta una posa plastica.”
  Lanza: "Puoi definire in tre sole parole i tre uomini della tua vita?
  Marta: “Il fascino di Umberto. La fantasia di Renato. La stronzaggine di Magri.”
  Lanza:  "Escludendo, pare di capire, il terzo, chi ti manca di più?
  Marta: “Guttuso. Anche per la qualità culturale della vita, al suo fianco. Mi fece conoscere Sciascia, Moravia che addirittura mi intervistò, e ne fui lusingatissima, per un settimanale.”
 Lanza:  "Verso Marzotto e Guttuso hai parole affettuose, rispettose. Verso Magri no. Sei risentita.
  Marta: “Di più: schifata.”
 Lanza: "Cosa gli rimproveri?
 Marta: “La grettezza, l’egoismo, il cinismo. 
Lanza: "Come vi conosceste?"
Marta: "A casa di Eugenio Scalfari, il giorno in cui nacque la Repubblica, il 14 luglio1976."
Lanza: "E, in conclusione, tanto rancore."
Marta: "Per la sua meschinità. Non si può fingere di essere puri, se… Non mi far andare avanti. Anche se non temo querele.”
Lanza: "La responsabilità è tua."
Marta: “Mi limito al rapporto che ti interessa. Dopo lo scandalo e il chiasso successivo alla morte di Guttuso, lui si impaurì. Pensa, mi propose di vederci di nascosto: dopo dieci anni!”
Lanza:  "Mai più visto?"
Marta: “Una volta, in coda all’aeroporto. Volse lo sguardo, per far finta di non avermi visto. Gli diedi un colpetto sulla spalla: 'Guardi onorevole, sarei io a dover far finta di non vederla,  non certo lei'.”

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Dal blog di Luigi Crespi: il suo commento sulla morte di Lucio Magri

Ma Lucio Magri ha rappresentato, soprattutto per i ragazzi della mia generazione, qualcosa di piu’. Lui, la Castellina, Valentino Parlato, il Manifesto, hanno mantenuto fervida, lineare, la volonta’ di cambiare, il coraggio di essere controcorrente e anche di sbagliare. E anche il gusto di essere consapevolmente in errore.

Ma l’omicidio assistito, nella liturgia melodrammatica degli amici e dei compagni che aspettano la telefonata del boia bianco svizzero, la descrizione asettica della casa, dei parenti, dei ricordi, della morte innaturale, taglia la dignita’ di chi “va in culo” alla vita buttandosi dalla terrazza come ha fatto Monicelli. Mostra quel pelo di vilta’ e di mancanza di coraggio di quei rivoluzionari che rimangono solo una massa di sconfitti. Romantici, belli, ma sconfitti.
Un pezzo della mia vita, del mio percorso umano, professionale e politico e’ legato a questa fine cosi’ poco rivoluzionaria e che lascia tanto amaro in bocca.

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Tutti sanno chi è Marta Marzotto, meno chi sia Luigi Crespi.
NOTIZIE SU Luigi Crespi 
DA REPUBBLICA.IT 4/01/2010:
Milano, arrestato Luigi Crespi ex sondaggista di Berlusconi
L'imprenditore è accusato di bancarotta fraudolenta per il crac della sua ex società di comunicazione, la Hdc
Una carriera all'ombra del premier, poi il dissesto finanziario
"Non sono un ladro né un criminale, e lo dimostrerò"
Luigi Crespi

MILANO - L'analista e sondaggista Luigi Crespi è stato arrestato questa mattina nel capoluogo lombardo, da agenti della Guardia di finanza. L'inventore della precedente campagna elettorale di Silvio Berlusconi (quella del contratto con gli italiani e di "meno tasse per tutti"), è finito in manette nell'ambito dell'inchiesta sul crac da 35 milioni di euro della sua Holding di comunicazione, la Hdc, che contava circa 400 dipendenti, e che poi è finita in bancarotta.
Per questa vicenda l'imprenditore risultava indagato da oltre un anno. Il reato che i due magistrati incaricati dell'indagine, Roberto Pellicano e Laura Pedio, gli contestano è bancarotta fraudolenta aggravata e falso in bilancio per aver distratto circa 15 milioni di euro e aver "truccato" il bilancio di esercizio del 2002 di Hdc, la holding della comunicazione dichiarata fallita nel marzo dell'anno scorso.


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RIPORTO SOLO I COMMENTI DI DUE PERSONE CHE HANNO CONOSCIUTO LUCIO MAGRI PER COMPLETARE IL RITRATTO DELLA PERSONA.
SULLA SCELTA DI COME USCIRE DALLA VITA NON FACCIO ALCUN COMMENTO. 


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